martedì 9 ottobre 2012

Appunti da un saggio che apre un percorso di riflessione

Andare al cuore delle cose, raccomanda  Proust nel primo libro della Recherche. Il  suo Narratore si trova a guardare  i campanili di Martinville da una posizione insolita e si accorge che,

 “Ben presto le loro linee e le loro superfici soleggiate si ruppero , come se fossero state una scorza, e un po’ di quel che si celava in esse  mi apparve.”

E quella visione, quell’epifania della memoria involontaria,  si traduce in ‘Un pensiero su di essi che prima non esisteva .’ (Contini, p.71).

 

La realtà ci pone una domanda di conoscenza alla quale rispondiamo superficialmente, non superando mai la barriera della ‘scorza’ .

 

Anche nella scrittura della nostra storia di vita dobbiamo andare oltre quella barriera costruita negli anni dalla memoria volontaria che registra le esperienze vissute. Ma, ci dice Proust,  succede che le abitudini, la routine,  le ‘finalità pratiche che chiamiamo erroneamente la vita’  conservano ‘la catena di tutte queste impressioni inesatte, dove non resta niente di quello che abbiamo veramente provato (che) viene a costituire per noi il nostro pensiero, il nostro passato.” (op.cit. p. 78)

 

Scrivere la nostra vita ci aiuta a conoscere quella realtà da cui ci siamo poco a poco allontanate. Una realtà nascosta da una conoscenza convenzionale. L’emozione della scrittura ci offre la possibilità di ricreare le visioni  della memoria  involontaria portando alla luce quello che era rimasto nascosto. Perché dice Proust , un’ora non è soltanto un’ora ma ‘un vaso ricolmo di suoni, progetti e di climi.’ (op. cit. p. 78)

La verità comincia dove la scrittura, muovendosi fra passato e presente, ‘saprà avvicinare due sensazioni, due emozioni apparentemente lontane, magari contrapposte e legarle insieme in una metafora.’ (Contini p. 78).
 
 
M. Blanchot (op.cit. p.87)  dice che ,”Scrivere ci cambia; non scriviamo secondo ciò che siamo; siamo secondo ciò che scriviamo. Ma da dove viene ciò che è scritto? da noi? forse, da una possibilità di noi stessi che si scoprirebbe e si affermerebbe solo nel lavoro della scrittura.” (op. cit. 87)

 

 

Bibliografia

Mariagrazia Contini, Scrivere emozioni/emozioni dello scrivere, in “Scrivere altrimenti” ( a cura di Elisabetta Biffi), Stripes edizione, Rho, Milano, 2010

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