Vi regalo una rosa fiorita. E’ “Ghost
Light” e profuma d’Irlanda.
Il testo è una biografia romanzata
della storia d’amore fra John Millington Synge, famoso drammaturgo
irlandese, e Molly Allgood, l’attrice che per prima portò sulla
scena il testo più famoso di Synge, “The Playboy of the Western
World.”
Si può romanzare la vita delle
persone?
Michael Cunningham l’ha fatto con
Virginia Woolf (“Le ore”) e ce l’ha mostrata mentre avanza nel
fiume, con quei sassi in tasca che l’avrebbero trascinata sul
fondo.
Anche Joseph O’ Connor non ha
aspirazioni di autenticità. Vuole catturare l’essenza di una
persona o di una storia e ciò riesce meglio, ci dice, se ci mettiamo
un po’ di immaginazione. Chi cerca fatti più precisi, documentati,
si deve rivolgere altrove, scrive l’autore nell’appendice al
testo.
Ma credo che valga la pena di leggerla
questa storia d’amore fra il trentaseienne Synge e la sua attrice
preferita, una giovanissima Molly che, in tanti aspetti, ci ricorda
la Molly Bloom dell’Ulisse joyciano, entrambi così vitali e
combattive.
Il romanzo si apre con la nostra Molly
che, nella squallida Londra del dopoguerra, si avvia a fare una
registrazione alla radio. E ormai vecchia, probabilmente alcolizzata
e povera. La sua storia d’amore con Synge, durata poco più di un
anno, è lontana nel tempo eppure presente nella memoria di Molly
che, nel suo cammino attraverso Londra, ricorda i momenti passati
insieme, lui, il ‘vagabondo’ che tanto amava camminare nella
campagna. Ricorda l’opposizione incontrata dalla famiglia di lui,
dai suoi colleghi di lavoro con i quali avevano dato vita a un
rinascimento culturale. Gli ostacoli: la differenza d’età, di
religione, di posizione sociale.
La storia scorre attraverso la mente di
Molly e i suoi lunghi monologhi ci rivelano la sua combattiva
vitalità e la rassegnazione di Synge, consapevole di dover presto
morire.
Difficile è trovare la parola per
descrivere la scrittura che si dipana davanti ai nostri occhi: lieve,
suggestiva, delicata. Una scrittura che parla alle ombre e le cattura
prima che “the phantoms recede into the wall paper” (i fantasmi
si ritirino nella carta da parati).
Intrigante la voce narrante: un ‘tu’
che Molly usa per parlare a sé stessa, per rivolgersi all’amato
che può improvvisamente diventare un ‘lui’, una terza persona, e
il lettore diventare il ‘tu’al quale Molly si rivolge.
Un esempio: in questo caso Molly si
rivolge all’ombra dell’amato con queste parole, “Lasciami sola,
questa sera,” sussurri, “oggi non vado bene per te.”
Un’ultima riflessione prima di
lasciarvi: il titolo.
“Ghost light” sono le luce di
servizio del teatro quando quelle principali sono spente. Ma la
parola “ghost” (fantasma) suggerisce la penombra in cui si
incontrano le ombre, nella quale è possibile incontrare coloro che
non ci sono più.
Titolo intraducibile in italiano e
allora se vi imbattete in un libro che si intitola “Una canzone che
ti strappa il cuore ” e decidete di comprarlo, sappiate che state
per entrare nella penombra in cui sono possibili incontri
impossibili.
Buona lettura
Maria Luisa
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