Goliarda Sapienza, Destino coatto,
Einaudi, 2011.
Sono racconti, brevi o brevissimi,
pubblicati postumi, di Goliarda Sapienza (1924-1996).
Vi regalo il primo, che è l’ultimo
della raccolta. Perché ne abbiate un’anteprima.
“Ieri sono riuscita a salire su
quella sedia e lì ho riposato. Oggi tento di salire su questo
tavolo. E lì riposerò fino a domani?”
L’autrice coglie i pensieri, le paure
i deliri della gente comune, voci disturbate, voci nevrotiche, voci
psicotiche.
Possiamo chiamarli racconti?
Ve ne propongo una altro.
“L’ho vista. E’ tornata. Al
tramonto. Spiava dietro il lampione. E quando il lampione s’è
acceso ho visto i suoi capelli bianchi , ricci. Lo sapevo. Tornerà
sempre, là sotto il lampione.”
La bellissima introduzione al testo, a
cura di Angelo Pellegrino, cerca di ricostruire il percorso umano e
letterario della scrittrice. Interessante.
Ma io voglio leggerli, questi racconti
o qualsiasi altra cosa siano, per trovarci i miei incubi, le mie
paure, i miei momenti allucinatori. Insomma quell’ombra che mi
segue e non riesco mai a raggiungere malgrado mi volti a cercarla.
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