mercoledì 2 maggio 2012

Comunità di donne

Un storia di coraggio da una giovane donna in comunità

Mi ricordo

 Mi ricordo quando è nato mio fratello e all'ospedale lo ho visto per la prima volta.

Mi ricordo la sera in cui ho scelto il suo nome tra Leonardo e Lorenzo ed io scelsi Leonardo. Eravamo in campagna sotto un cielo stellato.

Mi ricordo i cinque anni delle elementari e delle mie quattro amiche del cuore e mi ricordo tanti sorrisi e poche lacrime.

Mi ricordo tanti pomeriggi felici in giro con mio nonno Renzo che tra musei e giardini riscaldava con la sua presenza il mio cuore di gioia.

Mi ricordo di un'Erika che riusciva a gioire delle piccole cose e che viveva nel suo mondo colorato.

Mi ricordo che insieme a mia nonna Ita aspettavo alla finestra di cucina il rientro di mia mamma dal lavoro a mi ricordo le mie due nonnine che per farmi divertire mi dondolavano dentro a un lenzuolo mentre ritiravano i panni dallo stendino.

Mi ricordo pomeriggi interi trascorsi da solo nella mia cameretta a giocare con le Barbie.

Mi ricordo natali bellissimi, tavole imbandite e tanti regali.

Mi ricordo la vecchia ditta di mio padre e io che mi divertivo a comporre cose assurde e a giocare con i timbri.

Mi ricordo che quando andavo alle medie ogni tanto veniva a prendermi a scuola ed era sempre l'ultimo.

Mi ricordo di mia madre che entrava in camera mia piangendo con in mano un piattino con tre fragole e mi supplicava di mangiare.

Mi ricordo che quello della anoressia è stato un momento doloroso e che mi ha allontanato dalle mie amiche per i comportamenti e le fissazioni che avevo.

Mi ricordo tanta solitudine e poi la rinascita.

Mi ricordo le nostre terapie familiari a Prato e l'impegno e la costanza ma soprattutto l'amore con il quale tutti hanno affrontato con me il problema.

Mi ricordo bene quando ho toccato le sostanze per la prima volta era cocaina, tanta cocaina. Mi ricordo che mi sentivo un dio e completamente disinibita.

Ricordo la spirale vertiginosa che dalla coca mi ha portato all'eroina e il nome dice tutto perché è così che mi sentivo.

Ricordo nottate passate a grattarmi,  l’ infinita pace interiore che avvertivo.

Mi ricordo quanti soldi ho buttato via tre prestiti per un totale di € 11.000 solo per la coca in due mesi e almeno il quadruplo per la roba, oltre alla dignità.

L'ho tirata nel cesso e ho scaricato lo sciacquone.

Ricordo un incidente bruttissimo dal quale sfortunatamente sono uscita solo con due cicatrici una in fronte così che quando mi guardo allo specchio io possa ricordarmene .... ed una sul cuore.

Mi ricordo che mio padre stava per svenire all'ospedale.

Ricordo che durante la permanenza in ospedale ho conosciuto il mio Cristiano e mi sono perdutamente innamorata e dopo solo una settimana sono andata a vivere con lui.

Ricordo nitidamente il giorno in cui i miei mi hanno accompagnata all'ospedale ad abortire e alla radio c'era una canzone di Venditti (‘E’ dalla pelle al cuore’). Ricordo una mattina di fronte a ‘Scarpamondo’ in macchina con mia mamma prima della terribile decisione, in lacrime a valutare tutte le possibilità.

Ricordo il risveglio dalla anestesia e la sensazione di vuoto che ho provato. Chissà se ho preso la decisione giusta!

Ricordo le ore trascorse ad aspettare la sostanza. Niente e mi avrebbe fermata, né pioggia, né neve, né grandine.

Ricordo di aver percorso a piedi interminabili kilometri.

Mi ricordo sempre la stessa scena che si ripete quotidianamente: di me con la stagnola in mano.

Ricordo le mie nottate trascorse a fumare. Solitarie e silenziose (il mio momento di quiete).

 Mi ricordo che le stagioni  passavano ma i miei giorni sembravano tutti uguali, vissuti nell'attesa.

Mi ricordo i sensi di colpa che mi divoravano, lo schifo che mi facevo guardandomi allo specchio per il male fatto ai miei cari mai quello fatto a me stessa.

Ricordo tutte le mie storie amorose da quella più lunga con Antonio a quella più importante con Cristiano,a quelle di comodo come quella con Daniele. Fino ad oggi che sto con Samuele e me ne sono innamorata. Ma il mio ‘problemino’ ha fatto in modo che le mie priorità fossero altre.

Mi ricordo la mia sterilità nel vivere le emozioni.

Mi ricordo litigate furiose finite male e dolci e pacificazioni.

Ricordo il giorno della ultima perquisizione e la paura che ho provato ammanettata alla sedia impotente con la squadra mobile che mi beffeggiava. Rabbia!.

Mi ricordo l'ultimo tiro di roba fatto prima di entrare  in comunità.

Ricordo le tante scelte sbagliate ma anche le poche giuste come quella di entrare in comunità.

Ricordo nottate intere spese a parlare con i miei genitori intenti a convincermi di smettere e di intraprendere una strada giusta. Per me stessa. Per la mia vita.

Ricordo il giorno in cui sono arrivata qui con un nodo che mi si stringeva in gola e il mio bagaglio di sofferenza e di vissuto.

Ricordo la commozione negli occhi di mio padre di mia madre e del mio ragazzo quando mi hanno lasciato su questa porta da sola.

Mi ricordo il saluto di mio fratello e dei miei nonni quando sono partita.

Ricordo la domenica della visita parenti e l'emozione incontrollabile nel corrergli incontro.

Mi ricordo il calore dei loro abbracci e le parole di incoraggiamento.

Mi ricordo che, a differenza mia, loro hanno sempre avuto una gran fiducia in me e nelle mie risorse.

Ricordo, ricordo, ricordo.

E’ tutto mescolato ma c'è … racchiuso nel contenitore che è la mia memoria.

Ricordo che non devo smettere di ricordare.

Per guardare avanti.



E.






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