Strane coincidenze. Eri dovunque
andavo, i tuoi occhi azzurri e sorridenti trovavano i miei che ti sfuggivano.
Eri
così dolce e allegro e stavo bene con te, ma eri troppo giovane e questo mi faceva
scappare, finchè un giorno
decisi di fermarmi.
Mi
insegnasti a camminare sui calanchi, a scoprire il passaggio delle lepri e dei
fagiani, a distinguere i maschi dalle
femmine semplicemente studiando gli escrementi. E poi nel fiume gli avannotti
diventavano pesci adulti e
in silenzio mi facesti scoprire le loro tane.
Tu mi emozionavi ogni giorno,
ogni giorno una scoperta: le corse sotto
la pioggia nel viale delle robinie, ci asciugavamo davanti al camino, le risate,
e poi sotto le mie dita i tuoi muscoli
guizzanti nei giochi d'amore.
Le
mie mani stringono le tue, ancora una volta.
Sottovoce ti ripeto le parole che
sai già: frasi dette, scambiate mille e mille volte e stringo le tue mani per
trattenerti ancora un po' e perchè l'ultimo viaggio non ti faccia troppa paura.
Felci
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