lunedì 4 giugno 2012


SINFONIA D'AUTUNNO

OVVERO:

    “IL MIO VIAGGIO VERSO ITACA”

 

Sto rattrappita sulla sedia a dondolo di fronte alla grande vetrata che dà sul terrazzo e aspetto l'alba. E' ancora buio, ma al di sopra dei tetti delle case, si scorge un lieve chiarore; il sole impallidisce in questa ora incerta, opaco e malinconico. Stamattina non provo, come altre volte, la felicità nel contemplare quell'ondata azzurrina che appare ad oriente e lambisce un mondo perfetto ed impeccabile come se fosse nuovo di zecca. Nè il senso di pienezza e di vigore che dà essere testimoni dell'inizio di una nuova giornata. Qualcosa si è spezzato, tra ieri mattina e stanotte, i fili si sono aggrovigliati e mi avvolge una attonita disperazione. Sto qui raggomitolata da quando sono rientrata ieri sera, dopo una lunga ed estenuante serata con il padre del bambino che aspetto: non vuole che tenga il figlio, già...una brutta storia, cominciata male e finita peggio e poi...l'abbandono. Mi è andata male, sono incappata in una di quelle persone sbagliate. Avrei voluto picchiarlo, insultarlo, ferirlo con parole di disprezzo...ed invece me ne sono stata in silenzio, provando una grande pena per lui. L'indifferenza sarà d'ora in poi la mia sola arma (ho pensato), il mio peggiore insulto per lui, sarà cancellarlo completamente dalla mia vita, dal mio universo, scacciarlo da me il più lontano possibile. Da quel momento tutto è piombato nella irrealtà, come quando si esce dal delirio e non si riesce a capire ciò che è accaduto. Vorrei tenere il bambino ma...tutti sono contrari, nessuno mi ascolta e si preoccupa per me, sono sconvolti dai miei pensieri “sono troppo giovane per farcela da sola” mi ha detto mia sorella...lo so...ma vorrei un consiglio migliore, magari un incoraggiamento a tenerlo. Sto male, soffro come un cane, sono disperata ed allora sono andata da mia madre perchè penso che lei ne ha passate tante, mi consolerà, lei è una donna matura...mi capirà, mi ascolterà, magari mi darà conforto,ed invece... ha paura dei giudizi dei vicini, dei famigliari e degli amici...che tristezza!!! Ho preso un monolocale in affitto, devo riflettere, non voglio più consigli da nessuno, non voglio più farmi condizionare. Mi sento sola ed abbandonata in questa casa nuova e quasi vuota e stamattina sono a pezzi, mi guardo allo specchio, riflette i miei occhi appannati, la faccia stanca per la notte insonne, i segni sulla fronte, le occhiaie fonde e scure, come farò -mi chiedo- a ricondurre negli argini la piena dell'emotività che ha straripato questa notte? Avverto un lacerante e desolante senso di SCONFITTA.


Il sole appare di colpo, infuocato, dietro il tetto di un palazzo: la stanza si inonda di luce. All'improvviso tutto acquista colore e luminosità: il giallo, l'ocra, l'arancio, il rosso mattone e come per incanto anche i miei pensieri si illuminano e... finalmente so che cosa devo fare.


Sono passati quasi 30 anni da quella lunga ed interminabile notte, sono successe tante cose. Alcune settimane fa ci è stato chiesto di portare alcune foto e raccontarne la storia, ho scelto di raccontarvi di Sisina ma sono stata molto indecisa, avevo con me anche la foto di una bambina di 13 anni al suo primo saggio di pianoforte. Quel giorno vederla lì sul quel parco, terrorizzata fino a due o tre ore prima, ma così sicura nel momento in cui ha messo le mani sul piano, ho provato una emozione che ancora oggi non so descrivere...lei quel giorno, dopo tante critiche, dopo tanti rifiuti e dopo tanti pregiudizi era la risposta a chi non aveva creduto in noi, alla mia scelta, lei quel giorno era una grossa vittoria sulla vita. Un pianto liberatorio mi ha accompagnato per tutto il  resto dell'esibizione. Non è stato facile arrivare fin lì da sole. Ho dovuto lavorare molto anche su di me, dopo un periodo in cui mi sono addossata tutte le colpe, poi è subentrato il rancore, il risentimento e l'odio e poi inconsciamente è nata la voglia di vendicarsi ed ho cominciato ad odiare un po' tutti, soprattutto gli uomini ed ho cominciato ad usare le loro stesse armi per punirli e ferirli. E' vero, sono stata ferita molto...ma ho ferito tanto anche io. Si impara, basta esserci passati una volta. Si impara a prendere quello che c'è da prendere restando prudentemente distaccati, senza lasciarsi intrappolare dai sentimenti e questo fino al giorno in cui ho capito che così non andavo da nessuna parte, anzi, mi sentivo sempre più vuota e sola ed allora ho ripreso in mano la mia vita e facendomi aiutare da bravi professionisti sono riuscita a ritrovare la donna e la persona che più mi piace. Ho rimparato ad apprezzare le persone e a fare mie tutte le cose belle, mi sono arricchita della loro conoscenza e grazie anche al loro aiuto sono riuscita a cambiare. E' stato fino ad oggi, un percorso contro tutti, una continua lotta contro i mulini a vento per difendere le mie idee, ed oggi ho la gioia, di vedere mia figlia, ormai, giovane donna, che ha per me parole sempre di stima e gratitudine. Con lei, attraverso lei, sono stata in grado di assaporare gli entusiasmi, gli ardori e le gioie  insite nella sua infanzia. E' stato  una seconda occasione, per molti versi, di godermi cose perdute, ho il cuore pieno di amore per lei. Alla fine non ho capito se sono stata io a dare a lei o se è stata lei a dare a me, so solo che, se tornassi indietro nel tempo, rifarei esattamente la stessa scelta. Che dire... il tempo è passato, tante montagne da superare ma per fortuna anche tante discese, successi e gioie ( il suo diploma, la laurea, la nostra bellissima casa, il lavoro ecc...) e tutto questo senza accettare COMPROMESSI...C'E' L'ABBIAMO FATTA!!

Mentre scrivevo del mio viaggio verso ITACA

mi sono soffermata ancora davanti allo specchio, le rughe  sono più evidenti,i capelli sempre più bianchi, ma la luce negli occhi oggi è diversa da allora, oggi sono serena con me stessa. Non sono ancora arrivata in porto, la strada da fare è ancora lunga (spero) ed ho ancora tante cose e sogni da realizzare... viaggiare, scoprire, trovare; oggi, sono nella condizione giusta...è tempo di recuperare.

A.

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