sabato 9 giugno 2012

Le vostre storie


Scrivere



Ho scoperto che non vedo più dentro me stessa,

guardo, scruto, a volte scavo e trovo sensazioni,

emozioni, colori, suoni che mi riportano a tempi passati.

Li avevo dimenticati, o forse erano tanto in fondo

che non li trovavo più, erano come ere coperte dal tempo,

come strati della terra che non si perdono,

ma i tempi  successivi  ricoprono.

Strati su strati, con diverse consistenze,

tutti egualmente importanti, ma con una incisività diversa,

alcuni come fossili, improntati nella roccia, altri come

un vento, un soffio ma che pur sempre fa riaffiorare

quel fremito, quel brivido, quel grande calore.

Tutto si trasmette alla mano, a quella matita (o tastiera)

e si materializza sulla carta come su un grande schermo,

lo schermo della vita passata che riaffiora, prima timida,

poi impetuosa.

Questo ho trovato nel corso di “Scrittura autobiografica”,

prima timidamente provavo a far uscire quello che c’era dentro,

poi sempre più (vogliamo dire) sicura, una parola non molto presente

nel mio essere, spesso condito da lacrime, da nodi alla gola,

da silenzi.
Mi sembra a volte di muovere zolle, zolle che non

essendo compatte lasciano uscire dai loro solchi quello

                    che hanno trattenuto per tanto tempo.

Mirella

1 commento:

  1. Susanna Tamaro dice che “la scrittura non serve per farsi vedere ma per vedere”, ed è verissimo, si vedono tante cose scrivendo perché si scava in sé e si vedono cose mai viste prima, emozioni e sensazioni sepolte sotto i sassi della nostra anima che vengono a galla e in questi mesi abbiamo spostato tanti sassi, vero Mirella?
    Un caro saluto!
    la ragazza col vestito a fiori

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