mercoledì 16 gennaio 2013

Una storia dal carcere


Quanti pensieri, questa sera!

“Quanto a lungo debbo ancora abbaiare prima che vi rendiate conto che il nostro  giardino c'è un intruso,” e questo è quello che Nerone, il mio bel cagnolone, deve aver pensato quella sera che ebbe la malaugurata sfortuna di scontrarsi con un riccio.
Nerone è sempre stato piuttosto curioso e poco disponibile ad accogliere intrusi nel proprio territorio e, senza pensarci, è corso a far capire al riccio che non era gradito ma, ahimè, lui, il riccio, era di parere contrario o forse semplicemente preferiva le buone maniere.
Anche Nerone le conosceva ma davanti all'istinto di protezione ben poco c'è da dire. Esco. Voglio capire il perché del suo incessante abbaiare.
Mi avvicino.
Mi si presenta a un bella dilemma:a salvare Nerone dal riccio o il riccio  da Nerone?
Opto per  allontanamento ma ormai il danno è già stato fatto.Solo il mio bel cagnolone, tutto preso dall'enfasi, non se ne era reso conto che aveva tanti aculei sul suo bel nasino. Io porto in casa il cane e mio marito, protetto da un paio di guanti, prendere il riccio e mi raggiunge.
E’ lì che mi accorgo della bellezza del riccio. Seppure impaurito sembrava osservarci pensieroso. Forse si stava domandando “Sono anche questi due poco ospitali come l'altro o posso stare tranquillo?”
Il mio cane guaiva, poverino, mentre con una pinzetta cercavo di togliergli gli aculei. Ad operazione finita, dopo averlo disinfettato, tante coccole. Ero preoccupata per lui e non mi importava un piffero dell'ospitalità.
Ma tornando al riccio, sì, era una femmina, era troppo carina. Mio marito l'aveva portata in un prato vicino e, siccome era tanto educata, si è girata a mo' di ringraziamento.

P.M.

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