Mi
chiamo F. U., nato il 22 agosto 1984 in un paese che si chiama Nmewi
a Anambra in Nigeria. Sono del Biafra
che e' una parte della Nigeria del sud est e sud sud della Nigeria ho una
famiglia numerosa eravamo 10 in totale sette parenti e due genitori. Nel 1995
e' morto mio fratello maggiore in un incidente a Lagos. La mia infanzia non è
molto bella e divertente perché volevo studiare fino all'università ma non
riesco a farlo perché i miei genitori non sono in grado di portare tutti noi in
fondo per problemi finanziari. Nel 2004 e 2005 è scoppiato il conflitto tre
Biafra e Nigeria. Era il leader di Massob Dr Ralph Uwazrike. Hanno alzato la bandiera e cantavano l'inno
nazionale del Biafra. Nel 2005 dopo tutto questo la gente cominciava a fare le
proteste per la liberazione del Biafra così arriva la polizia, la squadra
mobile, con armi pesanti e sparano
contro i manifestanti. In quel giorno sono morte sette persone, due della
polizia e cinque fra il popolo. Dopo questo conflitto la polizia entra nella
città e faceva la perquisizione a ogni casa. Entravano nella nostra casa e accusavano perché noi abbiamo documenti del Biafra. Hanno arrestato me e mio fratello
maggiore. Volevano anche arrestare mio padre per questo mi sono rifiutato e ho
combattuto contro la polizia. Mi hanno picchiato di brutto. Dicevano che io sono uno dei più cercati nella società. Mi
hanno portato nella caserma per picchiarmi e torturarmi fino a quando non
respiravo più. Sono scappato dalla finestra del bagno correvo come se mi
venisse dietro la polizia sono finito in un altro paese dove abitava la
famiglia di mia madre dopo tre mesi nella casa della famiglia di mia madre ho
avuto la notizia che veniva la polizia in casa nostra mi cercava per arrestarmi
e portarmi in carcere. Per questo motivo
la mia famiglia mi ha dato il consiglio che magari potevo lasciare il paese per
ora e mi sono trasferito verso il nord della Nigeria. Il 13 febbraio 2006 ho
lasciato il paese per andare in Libia via Niger. Dopo due giorni sono arrivato in una città che si chiama Agadiz. Siamo stati due settimane intere in Agadir. Siamo stati
due settimane intere ad aspettare l'autobus per spostarci verso Duruku ma alla
fine siamo andati con il camion e con
tanta fatica e sofferenza dopo quattro giorni di viaggio ci siamo fermati due
giorni a Duruku.
La
serata del secondo giorno siamo partiti Mara questa volta siamo in quattro
Cruiser. Viaggiavamo verso la Libia e in ogni Cruiser circa 30 o 32 persone
dopo due giorni di viaggio siamo arrivati in un posto che si chiama Rebel
Camp dove ci sono i soldati del Niger
per proteggere i loro territori. Ci siamo fermati il per pagare prima di
attraversare il confine oppure per mangiare e riposare e anche per avere
informazioni dai soldati perché siamo
già vicini alla Libia. Siamo rimasti lì
per tre giorni e poi partiamo di nuovo circa alle otto di notte. La seconda
notte ci siamo fermati per alcune ore in "No man's land" il confine tra Niger e Libia. Quella notte ci
siamo preparati perché il viaggio
diventerà più duro. Si' perché ci sono
tanti soldati libici con armi pesanti.
Dopo
la mezzanotte siamo entrati nei territori libici e verso le tre o alle quattro
di pomeriggio noi non sappiamo che siamo già avvistati dai soldati e loro
cominciano a sparare. Siamo bloccati fermati catturati. Siamo massacrati di
botte. Ci portano via i soldi e tutta la nostra roba . siamo portati in un
posto aperto nel deserto mangiavamo solo
una volta al giorno. Siamo torturati durante le giornate con il vento troppo
forte e la notte con aria freddissima e siamo rimasti lì sette giorni. La
mattina dell'ottavo giorno siamo trasferiti in una zona militare e siamo stati
lì altri sette giorni. Alla fine siamo
portati in una struttura che si chiama Zanzi, il posto per le espulsioni. Siamo
più di 1000 persone divise in tre stanze. Veniamo da qualsiasi paese africano e siamo chiusi quasi senza cibo e acqua. In tre settimana
sono morte due persone per soffocamento e la fame davanti ai nostri occhi.
La polizia faceva il business. Chi ha i
soldi pagava $ 100 o 140 dinar per avere la libertà. Chi non li ha rimane
prigioniero. Sono stato lì quasi tre
mesi e sono rimasto senza soldi. Arriva un giorno e la sera sono scappati due ragazzi. La notte circa alle 11.30 sono
scappato anche io con un ragazzo che mi
viene dietro. E' scattato l'allarme e è arrivata subito la polizia con due
grandi Cruise4x4. Correvano ed erano più
veloci di me. Quella notte io ho
visto il miracolo e la salvezza del Signore perché sono stato nascosto sotto un
albero e dopo quasi due ore che loro mi
cercavano e non mi trovavano sono tornati indietro.
Dopo
alcune ore ho recuperato un po' di energia e ho
trovato il tubo d'acqua e ho bevuto un po' e ho cominciato a camminare
in mezzo al deserto per arrivare alla città che si chiama Gatroni. Sono
arrivato in questa città circa alle 5.30 o alle 6 subito ho trovato degli
amici. Sono uscito con loro per cercare il lavoro per sopravvivere e
sistemarmi. Dopo un mese ho trovato un po' di soldi e sono andato a vivere a
Sabha e sono stato lì due mesi. Lavoravo
in un auto lavaggio. Dopo due mesi ho deciso di andare a Tripoli. Sono
andato e ho trovato subito il lavoro in un lavaggio auto di un amico. Dopo cinque o sei mesi a Tripoli
ho visto che è la gente veniva in Italia con la barca via mare. Tutti gli amici
vogliono andare ma avevo paura del mare ma non voglio tornare indietro. A
novembre 2006 ho pagato $ 500 da un amico che ha il padrone che faceva il
business per mandare la gente in Europa
ma alla fine siamo fregati e non riesce a partire. Così sono tornato a cominciare a lavorare fino
all'agosto. La volta dopo ho pagato $ 1000 con un altro gruppo di persone. In
agosto siamo partiti da una città vicino a Tripoli si chiama Garapoli. Siamo
arrivati alla riva del mare cerca a mezza notte e poi ci siamo
sistemati. La barca metteva il cibo e la benzina. Tutti dentro la barca e
partiamo circa alle tre di mattina. Il primo giorno di pomeriggio abbiamo perso
la direzione dopo alcune ore siamo riusciti a recuperare. La notte ci siamo persi di nuovo e siamo in
grandissima difficoltà'. Siamo fermi, il
mare è brutto con il vento forte. La mattina circa alle tre o alle quattro
siamo vicinissimi a Tunisi perché riesci
a vedere le macchine per strada.
Siamo
rincuorati di nuovo. La mattina con l'aiuto del GPS e la bussola cominciamo di nuovo a seguire il nostro corso
per arrivare in Italia. Viaggiamo tutta la mattina e il pomeriggio siamo vicini
all'isola di Lampedusa. Circa alle cinque con tanta fatica paura e rischio ma
alla fine siamo tutti salvati e questa è la mia storia.
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