sabato 5 gennaio 2013

Voci dal carcere Storia di F. che é arrivato a Lampedusa.

Per chi non l'ha letta l'anno scorso, questa é la storia di F. che dalla Nigeria é arrivato a Lampedusa.

Mi chiamo F. U., nato il 22 agosto 1984 in un paese che si chiama Nmewi a Anambra in Nigeria. Sono  del Biafra che e' una parte della Nigeria del sud est e sud sud della Nigeria ho una famiglia numerosa eravamo 10 in totale sette parenti e due genitori. Nel 1995 e' morto mio fratello maggiore in un incidente a Lagos. La mia infanzia non è molto bella e divertente perché volevo studiare fino all'università ma non riesco a farlo perché i miei genitori non sono in grado di portare tutti noi in fondo per problemi finanziari. Nel 2004 e 2005 è scoppiato il conflitto tre Biafra e Nigeria. Era il leader di Massob Dr Ralph Uwazrike. Hanno  alzato la bandiera e cantavano l'inno nazionale del Biafra. Nel 2005 dopo tutto questo la gente cominciava a fare le proteste per la liberazione del Biafra così arriva la polizia, la squadra mobile,  con armi pesanti e sparano contro i manifestanti. In quel giorno sono morte sette persone, due della polizia e cinque fra il popolo. Dopo questo conflitto la polizia entra nella città e faceva la perquisizione a ogni casa. Entravano nella nostra casa e accusavano  perché noi abbiamo documenti del  Biafra. Hanno arrestato me e mio fratello maggiore. Volevano anche arrestare mio padre per questo mi sono rifiutato e ho combattuto contro la polizia. Mi hanno picchiato di brutto. Dicevano che  io sono uno dei più cercati nella società. Mi hanno portato nella caserma per picchiarmi e torturarmi fino a quando non respiravo più. Sono scappato dalla finestra del bagno correvo come se mi venisse dietro la polizia sono finito in un altro paese dove abitava la famiglia di mia madre dopo tre mesi nella casa della famiglia di mia madre ho avuto la notizia che veniva la polizia in casa nostra mi cercava per arrestarmi e portarmi  in carcere. Per questo motivo la mia famiglia mi ha dato il consiglio che magari potevo lasciare il paese per ora e mi sono trasferito verso il nord della Nigeria. Il 13 febbraio 2006 ho lasciato il paese per andare in Libia via Niger. Dopo  due giorni sono arrivato  in una città che si chiama Agadiz. Siamo  stati due settimane intere in Agadir. Siamo stati due settimane intere ad aspettare l'autobus per spostarci verso Duruku ma alla fine siamo andati  con il camion e con tanta fatica e sofferenza dopo quattro giorni di viaggio ci siamo fermati due giorni a Duruku.

La serata del secondo giorno siamo partiti Mara questa volta siamo in quattro Cruiser. Viaggiavamo verso la Libia e in ogni Cruiser circa 30 o 32 persone dopo due giorni di viaggio siamo arrivati in un posto che si chiama Rebel Camp  dove ci sono i soldati del Niger per proteggere i loro territori. Ci siamo fermati il per pagare prima di attraversare il confine oppure per mangiare e riposare e anche per avere informazioni dai soldati  perché siamo già vicini alla Libia. Siamo  rimasti lì per tre giorni e poi partiamo di nuovo circa alle otto di notte. La seconda notte ci siamo fermati per alcune ore in "No man's land"  il confine tra Niger e Libia. Quella notte ci siamo preparati perché  il viaggio diventerà più duro. Si'  perché ci sono tanti soldati libici con armi pesanti.

Dopo la mezzanotte siamo entrati nei territori libici e verso le tre o alle quattro di pomeriggio noi non sappiamo che siamo già avvistati dai soldati e loro cominciano a sparare. Siamo bloccati fermati catturati. Siamo massacrati di botte. Ci portano via i soldi e tutta la nostra roba . siamo portati in un posto aperto nel deserto mangiavamo  solo una volta al giorno. Siamo torturati durante le giornate con il vento troppo forte e la notte con aria freddissima e siamo rimasti lì sette giorni. La mattina dell'ottavo giorno siamo trasferiti in una zona militare e siamo stati lì  altri sette giorni. Alla fine siamo portati in una struttura che si chiama Zanzi, il posto per le espulsioni. Siamo più di 1000 persone divise in tre stanze. Veniamo da  qualsiasi paese africano e siamo chiusi  quasi senza cibo e acqua. In tre settimana sono morte due persone per soffocamento e la fame davanti ai nostri occhi. La  polizia faceva il business. Chi ha i soldi pagava  $ 100 o 140 dinar  per avere la libertà. Chi non li ha rimane prigioniero. Sono  stato lì quasi tre mesi e sono rimasto senza soldi. Arriva un giorno e la sera sono scappati  due ragazzi. La notte circa alle 11.30 sono scappato  anche io con un ragazzo che mi viene dietro. E' scattato l'allarme e è arrivata subito la polizia con due grandi Cruise4x4. Correvano ed erano più  veloci di me. Quella  notte io ho visto il miracolo e la salvezza del Signore perché sono stato nascosto sotto un albero e  dopo quasi due ore che loro mi cercavano e non mi trovavano sono tornati indietro.

Dopo alcune ore ho recuperato un po' di energia e ho  trovato il tubo d'acqua e ho bevuto un po' e ho cominciato a camminare in mezzo al deserto per arrivare alla città che si chiama Gatroni. Sono arrivato in questa città circa alle 5.30 o alle 6 subito ho trovato degli amici. Sono uscito con loro per cercare il lavoro per sopravvivere e sistemarmi. Dopo un mese ho trovato un po' di soldi e sono andato a vivere a Sabha e  sono stato lì due mesi. Lavoravo in un auto  lavaggio. Dopo  due mesi ho deciso di andare a Tripoli. Sono andato e ho trovato subito il lavoro in un lavaggio auto  di un amico. Dopo cinque o sei mesi a Tripoli ho visto che è la gente veniva in Italia con la barca via mare. Tutti gli amici vogliono andare ma avevo paura del mare ma non voglio tornare indietro. A novembre 2006 ho pagato $ 500 da un amico che ha il padrone che faceva il business per  mandare la gente in Europa ma alla fine siamo fregati e non riesce a partire. Così  sono tornato a cominciare a lavorare fino all'agosto. La volta dopo ho pagato $ 1000 con un altro gruppo di persone. In agosto siamo partiti da una città vicino a Tripoli si chiama Garapoli.  Siamo  arrivati alla riva del mare cerca a mezza notte e poi ci siamo sistemati. La barca metteva il cibo e la benzina. Tutti dentro la barca e partiamo circa alle tre di mattina. Il primo giorno di pomeriggio abbiamo perso la direzione dopo alcune ore siamo riusciti a recuperare.  La notte ci siamo persi di nuovo e siamo in grandissima difficoltà'.  Siamo fermi, il mare è brutto con il vento forte. La mattina circa alle tre o alle quattro siamo vicinissimi a Tunisi perché riesci  a vedere le macchine per strada.

Siamo rincuorati di nuovo. La mattina con l'aiuto del GPS e la bussola  cominciamo di nuovo a seguire il nostro corso per arrivare in Italia. Viaggiamo tutta la mattina e il pomeriggio siamo vicini all'isola di Lampedusa. Circa alle cinque con tanta fatica paura e rischio ma alla fine siamo tutti salvati e questa è la mia storia.

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