giovedì 19 aprile 2012

Le vostre storie


Mirella é stata la prima che coraggiosamente ci ha affidato una storia

Il viaggio

Il sole ammicca attraverso le tapparelle, sembra voglia scuotermi e svegliarmi, si, mi fa l’occhiolino.

Stirandomi, sento una atmosfera nuova, sotto alle coperte al calduccio penso ad un viaggio………………..il viaggio ancora in corso, con tante stazioni, dove il treno a volte ha sostato, per proseguire sullo stesso binario, altre ha solo rallentato per prendere meglio lo scambio.

Già la partenza era stata imprevista, nessuno si aspettava che due novelli sposi “quarantacinquenni” si impegnassero per mettere al mondo un figlio, eppure sono nata fra la gioia di tutti, così quel treno è partito…….è partito sbuffando, attraversando, quasi in parallelo, terre sotto i bombardamenti, quello che per gli adulti era un dramma, fu quasi, per me,  un’avventura, ero troppo piccola.

Forse l’aver vissuto sin da piccola con persone molto più adulte di me, mi ha predisposto a cercare di aiutare gli altri, anche se penso che sia una forma di egoismo anche questa.

Il contatto con la natura era il mio mantra, sempre e ovunque in mezzo ad essa ero e sono a mio agio, sia sola che in compagnia, mi appagava sia il silenzio degli immensi ghiacciai, che lo sciacquio del mare, il viaggio di una colonia di formiche, i frutti dell’orto ed ora il mio piccolo giardino o la campagna davanti alla mia terrazza. 

Quel treno, con la fantasia ed il desiderio era sempre a pieno vapore, il mio motto, “alzati, svelta, preparati ed in stazione prendi il primo treno che parte”………..sono certa che, se ci fossi andata, il primo treno sarebbe partito per “Porretta”,  pazienza, anche li avrei incontrato  nuovi paesaggi, colori, profumi, perché era quello che cercavo e quando poi ci sono stata li ho trovati.

Alla fine della terza media, rallentando ad una stazione pensai di cambiare binario , ma non avevo molto tempo, non potevo pensare di andare all’Università, mi serviva un diploma a breve scadenza, il treno prese lo scambio e proseguì,  su quella  via ho trovato amici, saldando amicizie che durano tuttora, ne è valsa la pena.

A diploma conseguito, pensavo  alla libera professione, l’ho anche tentata, ma la timidezza ed il mio carattere mi fecero scegliere la strada dell’essere “dipendente”, ero certa che sarei riuscita ad avere ugualmente delle soddisfazioni, a volte è stato duro a volte gratificante.

La timidezza mi è sempre stata compagna, camminando per strada, se fuori da un bar vi erano dei tavolini con uomini e ragazzi, io passavo sul marciapiede opposto, se a delle conferenze o a dei corsi di aggiornamento avevo bisogno di intervenire, aspettavo gli interventi degli altri sperando che qualcuno esprimesse i miei stessi quesiti, poi con il viso in fiamme intervenivo; nelle situazioni della vita mi bastava avere un bambino da accudire che la timidezza scompariva…. Bé diciamo scompariva…..

Ci sono stati incontri con dolori, che mi hanno procurato profonde ferite, che ho cercato di curare,  Orchi e Ciclopi, che ho  rinchiuso nel loro antro oscuro con le stesse pietre che avevano buttato sul mio binario, sul quale vedo ancora in lontananza (timido augurio) tanti cartelli, sono stazioni piene di profumi, di musica e suoni, di natura incontaminata, sono altri tesori che spero riuscirò a scoprire.        

 

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