Stirandomi, sento una atmosfera nuova, sotto alle
coperte al calduccio penso ad un viaggio………………..il viaggio ancora in corso, con
tante stazioni, dove il treno a volte ha sostato, per proseguire sullo stesso
binario, altre ha solo rallentato per prendere meglio lo scambio.
Già la partenza era stata imprevista, nessuno si
aspettava che due novelli sposi “quarantacinquenni” si impegnassero per mettere
al mondo un figlio, eppure sono nata fra la gioia di tutti, così quel treno è
partito…….è partito sbuffando, attraversando, quasi in parallelo, terre sotto i
bombardamenti, quello che per gli adulti era un dramma, fu quasi, per me, un’avventura, ero troppo piccola.
Forse l’aver vissuto sin da piccola con persone
molto più adulte di me, mi ha predisposto a cercare di aiutare gli altri, anche
se penso che sia una forma di egoismo anche questa.
Il contatto con la natura era il mio mantra,
sempre e ovunque in mezzo ad essa ero e sono a mio agio, sia sola che in
compagnia, mi appagava sia il silenzio degli immensi ghiacciai, che lo
sciacquio del mare, il viaggio di una colonia di formiche, i frutti dell’orto
ed ora il mio piccolo giardino o la campagna davanti alla mia terrazza.
Quel treno, con la fantasia ed il desiderio era
sempre a pieno vapore, il mio motto, “alzati, svelta, preparati ed in stazione
prendi il primo treno che parte”………..sono certa che, se ci fossi andata, il
primo treno sarebbe partito per “Porretta”, pazienza, anche li avrei incontrato nuovi paesaggi, colori, profumi, perché era
quello che cercavo e quando poi ci sono stata li ho trovati.
Alla fine della terza media, rallentando ad una
stazione pensai di cambiare binario , ma non avevo molto tempo, non potevo
pensare di andare all’Università, mi serviva un diploma a breve scadenza, il
treno prese lo scambio e proseguì, su
quella via ho trovato amici, saldando
amicizie che durano tuttora, ne è valsa la pena.
A diploma conseguito, pensavo alla libera professione, l’ho anche tentata,
ma la timidezza ed il mio carattere mi fecero scegliere la strada dell’essere “dipendente”,
ero certa che sarei riuscita ad avere ugualmente delle soddisfazioni, a volte è
stato duro a volte gratificante.
La timidezza mi è sempre stata compagna,
camminando per strada, se fuori da un bar vi erano dei tavolini con uomini e
ragazzi, io passavo sul marciapiede opposto, se a delle conferenze o a dei
corsi di aggiornamento avevo bisogno di intervenire, aspettavo gli interventi
degli altri sperando che qualcuno esprimesse i miei stessi quesiti, poi con il
viso in fiamme intervenivo; nelle situazioni della vita mi bastava avere un
bambino da accudire che la timidezza scompariva…. Bé diciamo scompariva…..
Ci sono stati incontri con dolori, che mi hanno
procurato profonde ferite, che ho cercato di curare, Orchi e Ciclopi, che ho rinchiuso nel loro antro oscuro con le stesse
pietre che avevano buttato sul mio binario, sul quale vedo ancora in lontananza
(timido augurio) tanti cartelli, sono stazioni piene di profumi, di musica e
suoni, di natura incontaminata, sono altri tesori che spero riuscirò a scoprire.
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