Parole di F., compagno del cammino in Israele e Palestina
" Ma credete che solo chi si definisce ateo abbia dei dubbi, anche
molti di noi, che dicono di aver fede, hanno dei dubbi !".
" Ma credete che solo chi si definisce ateo abbia dei dubbi, anche
molti di noi, che dicono di aver fede, hanno dei dubbi !".
Ecco, in
questa semplice frase sta, almeno per me, il senso profondo del nostro
viaggio. Atei e non che uniti nel dubbio camminano assieme, non tanto per
trovare impossibili risposte definitive, quanto per, nella reciproca ricerca, scoprire anche la bellezza dell'incontro e del dialogo. E' questo
lo spazio che abbiamo condiviso e che ci ha tutti arricchiti. (..)
viaggio. Atei e non che uniti nel dubbio camminano assieme, non tanto per
trovare impossibili risposte definitive, quanto per, nella reciproca ricerca, scoprire anche la bellezza dell'incontro e del dialogo. E' questo
lo spazio che abbiamo condiviso e che ci ha tutti arricchiti. (..)
Come,
penso di aver capito da Giovanni (Don Nicolini) , una grande conversazione ,
che appare ancora più importante e preziosa in una terra dove invece sembra
prevalere una cultura e una
politica che fanno della sicurezza contro la libertà e della etnia contro la democrazia il principale fondamento.
politica che fanno della sicurezza contro la libertà e della etnia contro la democrazia il principale fondamento.
Vedere
il muro che sempre più isola, in una grande prigione, i territori abitati dai
palestinesi; vedere
dei bambini che fin dalla tenera età vengono educati all'idea del nemico; leggere negli occhi di tutti, oppressori e oppressi, una grande tristezza e nessuna speranza, ha reso, almeno per me, ancora più importante il valore e l'importanza del dialogo e sopratutto dell'ascolto. Senza dimenticare la
necessaria denuncia per delle scelte politiche che, di fatto, stanno costruendo, dopo il Sudafrica, un nuovo regime di apartheid in medio oriente che si va ad associare ad altri regimi altrettanto, se non di più, autoritari e antidemocratici. Nazareth, Gerusalemme e la messa al monte degli ulivi,
dei bambini che fin dalla tenera età vengono educati all'idea del nemico; leggere negli occhi di tutti, oppressori e oppressi, una grande tristezza e nessuna speranza, ha reso, almeno per me, ancora più importante il valore e l'importanza del dialogo e sopratutto dell'ascolto. Senza dimenticare la
necessaria denuncia per delle scelte politiche che, di fatto, stanno costruendo, dopo il Sudafrica, un nuovo regime di apartheid in medio oriente che si va ad associare ad altri regimi altrettanto, se non di più, autoritari e antidemocratici. Nazareth, Gerusalemme e la messa al monte degli ulivi,
(E poi)
Betlemme, le foci del Giordano, il mar Morto, il lago di
Tiberiade, i luoghi della cristianità, le splendide moschee e le preghiere dei
muezzin, le sinagoghe, gli incontri con donne impegnate nella difesa dei più
deboli e giornalisti attenti conoscitori della situazione politica, la vista al
Museo che ricorda l'olocausto, il giardino dei Giusti e i nomi scanditi, uno ad
uno, dei 500.000 bambini ebrei sterminati nei campi di concentramento, l'inno
della Palestina cantato dai bambini di una scuolaaraba …..
F.
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