venerdì 30 novembre 2012

Alda Merini






« Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita. »
(Alda Merini, La pazza della porta accanto])
Io la vita l’ho goduta tutta

a dispetto

di quello che vanno dicendo sul manicomio.

Io la vita l’ho goduta

Perché mi piace anche l’inferno della vita

Perché la vita è spesso un inferno

Per me la vita è stata bella

perché… l’ho pagata cara!

 

 

 

mercoledì 28 novembre 2012

Voci dalla comunità

F., dolcissima ragazza della comunità, mi ha cosegnato questo splendido testo, attribuito a Charlie Chaplin.
On line ho trovato questa precisazione: 'Questa splendida poesia è stata erroneamente attribuita a Chaplin. In realtà il titolo originale della poesia è “When I loved myself enough” ed è stata scritta da Kim e Alison McMillen.'

Quando ho cominciato ad amarmi davvero
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che la sofferenza e il dolore emozionali
sono solo un avvertimento che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama
AUTENTICITA’

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito
com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso
di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda
é un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama
MATURITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre
ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello
che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di privarmi del mio tempo libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama
SINCERITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò
che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò
che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso,
all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è
AMORE DI SE’

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama
SEMPLICITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono rifiutato di vivere nel passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo
PERFEZIONE.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che il mio pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore,
l’intelletto è diventato un compagno importante.
Oggi a questa unione do il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE.

Non dobbiamo continuare a temere i contrasti,
i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrarno fra loro dando origine
a nuovi mondi.
Oggi so che QUESTO è LA VITA!


martedì 27 novembre 2012

I vostri testi


Un colloquio strano (io allora lei ora)
Nella penombra dello studio, chiudo gli occhi e………. davanti a me una sfera di cristallo, la sfera si illumina, qualcosa si muove dentro ad essa, vedo una bimbetta magra che saltella in una strada di campagna, spensierata in mezzo alla natura, mi viene incontro, mi guarda, a me lei è famigliare, ma ho l’impressione che il suo sguardo mi interroghi “chi sei?”


Cosa posso dirle? “ che anch’io ho gli occhi verdi come lei, lei bionda, io non più, lei molto sportiva, io molto sedentaria,  lei piena di sogni, io con “qualche” sogno realizzato, lei già allora un po’ melanconica ed io anche, che le persone che allora l’amavano, ora non ci sono più; lei sognava di diventare una insegnante di matematica, io sono diventata una ragioniera; lei sognava di viaggiare, io ho imparato a viaggiare con la fantasia, rinunciando ai viaggi sognati, con qualche mal di pancia.

Un’altra cosa ci accomuna, la timidezza, lei sempre , io a volte ho dovuto  violentarmi per superarla.

Un suo sogno io l’ho  realizzato: una persona meravigliosa al mio fianco e due figli altrettanto speciali.

Ancora qualche cosa in comune, il piacere di vivere nella natura, incantarsi al volo degli uccelli,  cercare nella forma delle nuvole delle rappresentazioni, vederci dei quadri,  entusiasmarsi per un tramonto, per un arco baleno, una eclisse e stare col naso all’insù per vedere le stelle cadenti la notte di San Lorenzo, con la speranza di riuscire ad esprimere un desiderio.

Lei ha odiato il latino, io mi ci sono appassionata quando ormai non mi serviva più.

Debbo dirle “io sono quella che tu sarai e tu sei quella che sono stata, rimaniamo buone amiche”.

Mirella

 

 



domenica 25 novembre 2012

Voci dal carcere


Felicità è ….

        il colloquio con mia figlia.

        aver capito che non è il carcere che ti  toglie la libertà ma sono i nostri pensieri a farci  sentire intrappolati.

        essere  felici quando comprendo ciò che l'altra persona, per protezione,  cerca di nasconderti.

        offrire e vedere nella persona la gioia e non la pretesa .

        donare per il semplice piacere

        comprendere che si può amare indipendentemente dal luogo e dallo stato
d'animo.

        capire che stare sulla difensiva toglie l'opportunità di apprezzare.

        riuscire anche, se poco, ad essere  sereni, perdonandosi.

        alzarsi con degli obiettivi.

        lavorare e poter essere indipendente.

        parole positive in compagnia.
 
P.

 

venerdì 23 novembre 2012

I vostri testi


Prima alba d’Autunno

Cielo grigio grondante,

bagnato di pioggia che non è.

Un lampo improvviso dissolve quel grigio

il “sole” prima incerto poi forte.

Rabbrividiscono i campi,

un velo di ovatta si alza, li copre,

al disopra le cime degli alberi

gioiscono ai raggi del sole.

Il cielo, prima grigio, diventa azzurro,

azzurro come solo il cielo di settembre può esserlo.

Il giorno avanza, placa quei fremiti,

non vuole perdere la stagione che sta passando,

la stagione che si chiama Estate.

Ma le foglie lo sanno, arrossiscono,

si fanno belle con sgargianti colori,
rossi, gialli, marroni, dopo il marrone ………..
il vuoto
Cadranno su quei campi ……………
 Ma sanno che  a primavera nuove foglie nasceranno..
 
Mirella
 
 

 

mercoledì 21 novembre 2012

Voci dalla comunità


E no… non ti muovere

Rimani così … come 6

Nei miei pensieri

 

Quell’immagine è una 

Foto sul comodino dei

Miei sogni


E.

martedì 20 novembre 2012

Voci dal carcere


R. ha finito di scontare la sua pena e sta affrontando il reinserimento nella società.
 
Come sono oggi
Ho poco da raccontare visto la mia permanenza dentro questo Istituto.
Sono preoccupato dato che non vedo un  futuro. Sono tanti anni che manco dalla vita sociale. Incontro persone che entrano in carcere: ragazzi che vengono arrestati per i loro sbagli e mi dicono che fuori non è c' lavoro e che molte persone non arrivano alla fine del mese e si appoggiano alla Caritas.
Io che futuro posso avere una volta fuori?
In questi giorni cerco di occupare il tempo meglio che  posso (leggere e scrivere e pensare tanto) visto che nel posto in cui vivo sono privato di tutto.
Oggi penso agli errori alla mia vita che è sfumata senza avere un senso. Mi sono visto mancare
la bellezza e le piccole cose che la vita ci regala e noi non apprezziamo.
Mi mancano i colori del mondo.
Ora sono abituato al blu dei blindi, a un bianco sporco, molto sporco, e un giallo opaco.
Mi manca la libertà.
Se oggi debbo trovare un senso a tutti i giorni passati dentro l'istituto non trovo niente di
costruttivo che mi aiuti a tornare nella società. Mi sembra di essere un cane buttato dentro un box
 e lasciato lì senza avere un'educazione. E lui sta lì dentro la sua cuccia.
Ho commesso in miei errori e li sto pagando perché è giusto saldare il conto con la società.
Ma è giusto anche pensare di darmi una possibilità di reinserimento per non tornare qui dentro.
Le carceri sono un mondo a parte complesso e fatto di burocrazia.
In queste condizioni non vedo un futuro per me e in queste condizioni come posso crearmi una famiglia se poi dopo sono costretto a tornare a delinquere?
Si possono fare tante cose. Basterebbe un  impegno, meno spreco di soldi pubblici e si
aiuterebbe la gente a delinquere di meno e  i ragazzi come me avrebbero più aspettative per il proprio futuro.
Oggi il mio sogno è  fondato su aspettative realizzabili,  visto che mi accontento di poco.
Vorrei un lavoro fuori di qua e la sicurezza che mi rimanga.
I miei sei anni passati qui dentro mi hanno dato modo di capire che questo non è il mio posto
e non sarà il mio futuro. Il mio sogno sicuramente è come quello di tantissime persone: il sogno
di sperare e  dimenticare questa parte di vita.
Questo sono io, oggi, una persona più matura che ha capito i propri sbagli.

domenica 18 novembre 2012

Le vostre storie


LETTERA ALLA BAMBINA CHE SONO STATA 

         Eri la numero cinque      5  dopo due maschi e due femmine e nemmeno molto gradita.

            Quello che però forse non fù considerato fino in fondo fu il fatto del regalo : avevi ricevuto qualcosa di impagabile: la vita! Ora stava a te farne buon uso.

            Cominciasti bene eri buona e non davi troppo fastidio, una biondina con i capelli ricci, parlasti ancor prima di riuscire a stare bene in piedi sule tue gambe.

            Ti piaceva stare fuori e chiamavi la nonna Virginia perchè ti aiutasse a superare     il gradino per andare in cortile: nonna Virginia mi vieni a prendere ? Lei arrivava  la schiena ricurva, la mano nodosa ma salda e l'ostacolo era superato.

            Cominciavi a crescere e ricci biondi diventarono castani, i vestiti e le scarpe "passate" dalle sorelle più grandi, ma ancora in ottimo stato.

            Tua madre faceva i vestitini per tutti, le bastava un pezzetto di stoffa per creare un modello. Velluto blù con un colletto di pizzo ed erano meglio di quelli nelle vetrine.

            Imparasti presto a fare i lavori di casa, a fare la pasta tutti i giorni e mentre le tue piccole mani impastavano dal grande cortile si sentivano le grida dei tuoi coetanei   intenti a giocare e giochi cambiavano con le stagioni, si cominciava con il giro d'Italia

e tutti a gridare per il corridore preferito. Bisognava tracciare una pista sotto il pergolato,arginarla, soprattutto dove le curve erano repentine e via con le palline e i   tappi.

            I più fortunati avevano anche le figurine da ritagliare e inserirle nei tappi, ma andava

            bene tutto, l'importante era finire presto i lavori per partecipare.

            Anche alle elementari eri brava - la prima della classe - come i tuoi fratelli e sorelle

            poichè a casa c'era da fare e mancava il tempo per studiare perciò tua madre aveva

            dato questa regola : state attenti in classe e non avrete bisogno di altro.

            La sera  stavate tutti in fila seduti sulla madia a lavorare a maglia. Tuo  fratello grande

era in grado di fare i maglioni, poi si scendeva in abilità fino ad arivare a te che facevi   appena le suolette per i calzini.

            Ma gli anni passano e dire sempre sì diventa difficile, soprattutto se ci sono cinque     persone, anzi tre, che sono certi di essere gli unici detentori della verità rivelata e   gliono imporre le loro regole a tutti.

            Comincia l'adolescenza e sarà qui l'inizio della vera lotta, spesso ricorderai le pelli dei
serpenti che trovavi quando andavi a raccogliere l'erba per i conigli e le anatre che tua
       madre allevava e ricorderai le domande che ti facevi : avranno sofferto molto o questo
            sforzo dava loro la speranza di una vita migliore ?

 

           

giovedì 15 novembre 2012

Alda Merini: sulla poesia e la vita




"Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo"






"Io la vita l'ho goduta tutta, a dispetto di quello che vanno dicendo sul manicomio. Io la vita l'ho goduta perché mi piace anche l'inferno della vita e la vita è spesso un inferno.... per me la vita è stata bella perché l'ho pagata cara

mercoledì 14 novembre 2012

Voci dalla comunità


Lettera all’adolescente che sono stata

Cara E.
se potessi entrare anche solo un istante dentro di te per capire perché ti fai tanto male lo farei. Farei mio il tuo dolore e lo vivrei insieme a te tenendoti per mano nelle tante notti in cui ti sei sentita sola in cui  urlavi e nessuno ti sentiva e l’eco di quelle grida diventava un’ ossessione nella tua mente. Vorrei entrare nei tuoi pensieri, nel tuo cuore per comprendere il motivo dell'odio che provi verso di te stessa. Perché distruggi tutto ciò che sei.
Hai iniziato a piangere per gioco ed ora sei convinta che é il tuo destino.
Quanto male può farti a mascherare quelle lacrime con sorrisi che non ti appartengono. Fa così male che vivere per te è impossibile. Esisti sopravvivendo grazie a qualcosa che sta uccidendo la tua anima inesorabilmente, giorno dopo giorno.
Quanta rabbia ti porti dentro e pesa come  un macigno e quella polvere é come sale nelle ferite: disinfetta ma brucia da morire.
Come si stanno bruciando tutti i tuoi sogni, le tue speranze dentro ad una siringa.
Tutti abbiamo le ali  ma non tutti sappiamo usarle. Bisogna solo imparare a farlo.
Non permettere a nessuno di spezzartele le tue ali nemmeno a stessa.
De Andrè diceva che dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.


Che tu sia come il fiore di loto - bianco purissimo-  che nasce e cresce nel fango.

 

 

martedì 13 novembre 2012

E dubitarono ...


Parole di F.,  compagno del cammino in Israele e Palestina

" Ma credete che solo chi si definisce ateo abbia dei dubbi, anche
molti di noi, che dicono di aver fede, hanno dei dubbi !".
Ecco, in    questa semplice frase sta, almeno per me, il senso profondo del nostro
viaggio. Atei e non che uniti nel dubbio camminano assieme, non tanto per
trovare impossibili risposte definitive, quanto per, nella reciproca ricerca, scoprire anche la bellezza dell'incontro e del dialogo. E' questo
lo spazio che abbiamo condiviso e che ci ha tutti arricchiti. (..)

 C'è un grande spazio fra i due estremi, atei e credenti, dove, una volta liberati
dal "dover essere" si può provare più semplicemente a con-vivere e dove conta di più la consapevolezza dei propri limiti che la forza del proprio ruolo.


Come, penso di aver capito da Giovanni (Don Nicolini) , una grande conversazione , che appare ancora più importante e preziosa in una terra dove invece sembra prevalere una cultura e una
politica che fanno della sicurezza contro la libertà e della etnia contro la democrazia il principale fondamento.

Vedere il muro che sempre più isola, in una grande prigione, i territori abitati dai palestinesi; vedere
dei bambini che fin dalla tenera età vengono educati all'idea del nemico; leggere negli occhi di tutti, oppressori e oppressi, una grande tristezza e nessuna speranza, ha reso, almeno per me, ancora più importante il valore e l'importanza del dialogo e sopratutto dell'ascolto. Senza dimenticare la
necessaria denuncia per delle scelte politiche che, di fatto, stanno costruendo, dopo il Sudafrica, un nuovo regime di apartheid in medio oriente che si va ad associare ad altri regimi altrettanto, se non di più, autoritari e antidemocratici. Nazareth, Gerusalemme e la messa al monte degli ulivi,

 

(E poi)
Betlemme, le foci del Giordano, il mar Morto, il lago di Tiberiade, i luoghi della cristianità, le splendide moschee e le preghiere dei muezzin, le sinagoghe, gli incontri con donne impegnate nella difesa dei più deboli e giornalisti attenti conoscitori della situazione politica, la vista al Museo che ricorda l'olocausto, il giardino dei Giusti e i nomi scanditi, uno ad uno, dei 500.000 bambini ebrei sterminati nei campi di concentramento, l'inno della Palestina cantato dai bambini di una scuola
araba  …..


F.

domenica 11 novembre 2012

Parole da ricordare


Ho fatto un viaggio in Israele per atei e non solo.
Capogruppo: Don Giovanni Nicolini.

Queste sono le parole che mi sono portata via  da questo viaggio.

 
Passione - progetto- speranza
dono - stupore - amore 
dubbio - ricerca
accoglienza - condivisione – appartenenza a una comune umanità
cammino - domande 
laicità - divino dentro di noi
indifferenza vs indignazione
muro - costruttori di ponti
povertà
gruppo/comunità

Maria Luisa