mercoledì 2 ottobre 2013

Anghiari Festival dellautobiografia

RAGAZZE!!!

NON SENTO PIU' LE VOSTRE VOCI E MI MANCANO LE VOTRE RIFLESSIONI.


VI PREGO, FATEVI SENTIRE!!!!

 

Il piatto del giorno

Dal festival della Libera Università dell'autobiografia di Anghiari

Scrittura a mano libera

Anghiari, un borgo fuori dal tempo, scenario di questo festival caratterizzato da incontri con persone che, come te, vengono a porre le domande fondamentali della vita.
E poi le emozione degli incontri sul terremoto, la condizione femminile e tanto ancora. E poi il carcere.
La sala degli audiovisivi stipata ad ascoltare la voce dei detenuti della casa circondariale di Opera, Milano, che raccontavano la loro sofferenza. E molti fra il pubblico si sono resi conto, forse per la prima volta, della loro ricca umanità e che una persona in restrizione non è solo il suo reato. Ma molto di più.
Silenzio assoluto nella saletta del teatro quando abbiamo letto i testi dei nostri ‘ragazzi’ e delle nostre ‘ragazze’ ristretti nel carcere bolognese della ‘Dozza’.
E come congedo e ringraziamento per aver letto questo mia testimonianza sul Festival, vi riporto un collage delle loro voci.

Collage’ di frasi raccolte da testi di autori diversi

Nel mezzo del casin di nostra vita mi ritrovai in una cella oscura… .
Cosa vuoi dalla vita? E’ una domanda difficile. Cosa vuole la vita da me?
Penso che nella vita se non cerchi prendi quello che passa.
Io so perfettamente che cosa voglio dalla vita: un buon lavoro, una famiglia attorno a me, degli amici … Ma se è questo che voglio veramente perché non ce l'ho? Perché la mia vita ha preso una piega diversa?
Nato in casa e pesato su una bilancia della frutta. … Mia madre: non molto alta, uguale a mio padre, di una dolcezza unica, oppressiva quanto basta. E’ stata una forza per me. Volevo essere come lei, con tutte le sue rughe infinite, che ognuna aveva la sua storia da raccontare.
La scuola è un posto dove si comincia ad imparare il futuro perché se non sai leggere e scrivere avrai una vita sofferente e povera. Forse se non avessi abbandonato la scuola non sarei qua.
Avevo all’incirca 20 anni, un’età in cui quando ti ci trovi non ci fai caso e ti sembra normale, ma è solo quando hai molti più anni che capisci che i 20 anni arrivano una sola volta nella vita. Quando siamo felici non lo sappiamo. Lo capiamo dopo quando ci mancano quei momenti e allora scopriamo cosa sono stati.
Il desiderio di cambiare è diventato irresistibile e così abbiamo preso la lunga strada dell’emigrazione verso il paese dei miei sogni, l’Italia, verso la Repubblica democratica fondata sul lavoro….
Dapprima il mare lo immaginavo un tappeto liscio come i capelli di mia madre, ma non immaginavo che di notte era così spaventoso. … Appena arrivato grande gioia. E’ come scappare dal buio verso la luce.
Quando la mia condanna, morte dell'anima, venne letta, sentii un sospiro venire dal mio cuore.
Ricordo che entrai in carcere con quella spavalderia che rasenta l’ignoranza perché non conoscevo il mondo di cui stavo entrando a far parte.
Ho avuto paura. Questo piccolo spazio dovrà essere il posto in cui vivere per il resto della mia detenzione, spettatore e attore del mio cambiamento.
Lo stato vuole sei anni e quattro mesi della mia vita, anzi, della mia gioventù.
Il nemico più grande è il tempo. Se non lo gestiamo noi, lui non ci pensa due volte a distruggere. E’ un mondo dove il tempo si dilata: una giornata sembra un mese, un anno sembra un secolo, ma in fondo è un posto dove puoi ritrovare te stesso e dove ritorni ad apprezzare anche le piccole cose che fino a poco tempo fa ti sembravano insignificanti.
Una cosa fondamentale ho capito: delinquenti non si nasce ma si diventa e senza buone guide è difficile imboccare la via giusta, specialmente nella parte d’Italia dove io vivo.
Ho cavalcato molte avventure, molti amori, non sempre felici, che spesso hanno lasciato cicatrici indelebili dentro di me. Forse sono maturato, cresciuto, ho abbandonato la veste del Peter Pan che c’è dentro di me e ho cominciato ad apprezzare le cose della vita in un modo diverso, dando a tutto un giusto valore ed assaporando fino in fondo le sue emozioni: regali inattesi.
Sono la vostra pecora nera, anche se non mi considerate così. Mi dicevate sempre che sbagliare si può, ma che sono una fabbrica di sbagli. Sai mi fate venire in mente le parole che mi dicevate spesso: "Sei caduta, ora ti rialzi"
Scorrendo tutte le fasi della mia esistenza mi accorgo sempre di più che la vita, in qualsiasi situazione, è sempre degna di essere vissuta.
Commettiamo errori anche da adulti ma abbiamo il diritto di aver modo di riguadagnare la fiducia.
Il futuro vivrà sulle mie esperienze e spero solo di poter, un giorno, liberare gli angoli del cuore dalla polvere del tempo e riempirli di nuovo di fantastiche emozioni, energia per un cuore che mai smetterà di battere per esse e per la vita
Il giorno della realizzazione dei nostri sogni sta arrivando.
Fatevi forza, ragazzi! Loro sono a un passo da noi che ci aspettano.
 

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