Bella Chagall
Come fiamma
che bruci
Io, la mia vita
e Marc Chagall
Con 68 disegni e
una postfazione dell’artista
Donzelli Editore _______________________________________________________________________________________
Questa prima edizione italiana del
diario completo, che Bella Chagall iniziò a scrivere in yiddish nel 1939 e
apparve nella traduzione francese per le Edizioni Gallimard soltanto nel 1973, ci
dà la possibilità di conoscere un libro che per l’originalità della voce
narrante e la qualità della scrittura è
molto di più di documento di valore
storico o di una testimonianza sulla vita della comunità ebraica bielorussa di
Vitebsk.
Già dalla prima , intensa pagina, Bella ci coinvolge nelle emozioni che la
portano a scrivere i suoi quaderni. I ricordi improvvisi degli anni dell’infanzia “sempre più vicini, talmente vicini che
potrebbero respirare nella mia bocca”, l’affollarsi delle immagini della sua
famiglia e “ di quelle degli altri, matrimoni e funerali, i ricchi e i poveri,
le nostre vie e i nostri giardini” , il desiderio di salvare queste memorie e regalarle al marito: “E mi sono ricordata che tu, amico
mio devoto, spesso, con grande tenerezza, mi chiedevi di raccontarti la mia
vita, del tempo in cui ancora non mi conoscevi.
Così scrivo per te”.
Con lei bambina, entriamo nella sua grande casa, nella sua numerosa famiglia
con sei fratelli maschi, nella cucina in cui Chaja la cuoca impasta, frigge, inforna
senza sosta, quindi nel cortile e nel negozio di gioielli dei genitori, dove
vengono a fare acquisti le signore della buona società. Ci racconta le luci e
le preghiere dello Shabbat e le festività, i giochi nella neve con i fratelli,
le passeggiate con il padre, i colori delle stagioni e ogni
gesto, anche il più banale, ha una singolare eco emotiva. Quando Sasha, la
ragazza che aiuta in cucina, spazza la sala da pranzo ”con le briciole si porta
via le ultime voci udite nella stanza. La sala da pranzo si raffredda”.
Ci sono momenti indimenticabili,
come la sera di Pasqua in cui Bella ha
il cuore stretto in una morsa “perché,
sola con mamma, andrò incontro al profeta Elia e perché saremo noi ad
aprirgli la porta” e lo attende, nel
buio, sulla soglia. E ci sono ritratti di personaggi tanto veri che ci sembra
di averli incontrati: il maestro povero, gli zii, la bella, giovane signora che
sceglie le perle più luminose.
Un giorno, poco più che bambina, Bella incontra il ragazzo pittore che “non
assomiglia né agli amici dei fratelli, né a nessun altro” e “ha occhi
stranieri, non come quelli di tutti, lunghi, a mandorla” ed è l’inizio di un grande, unico amore, che
sarà da lui raccontato in tanti quadri e disegni indimenticabili .
Il mondo ebraico Hassidicco di Vitebsk, tragicamente cancellato, è stato rievocato
in modo favolistico e visionario da Chagall, ma la dimensione quotidiana, i
suoni, i colori di quel mondo sono arrivati a noi e ci sembrano quasi
familiari, perché Bella ha voluto “strappare
a queste tenebre un giorno, un’ora, un istante della casa svanita.”
Nessun commento:
Posta un commento