giovedì 5 luglio 2012

Le vostre storie

Recensione di Paola, giugno 2012

Bella Chagall

Come fiamma che bruci              
                Io, la mia vita e Marc Chagall

Con 68 disegni e una postfazione dell’artista
Donzelli Editore  _______________________________________________________________________________________

Questa  prima edizione italiana del diario completo, che Bella Chagall iniziò a scrivere in yiddish nel 1939 e apparve nella traduzione francese per le Edizioni Gallimard soltanto nel 1973, ci dà la possibilità di conoscere un libro che per l’originalità della voce narrante e la qualità della  scrittura è molto di più di  documento di valore storico o di una testimonianza sulla vita della comunità ebraica bielorussa di Vitebsk.

Già dalla prima , intensa pagina, Bella ci coinvolge nelle emozioni che la portano a scrivere i suoi quaderni. I ricordi improvvisi  degli anni dell’infanzia  “sempre più vicini, talmente vicini che potrebbero respirare nella mia bocca”, l’affollarsi delle immagini della sua famiglia e “ di quelle degli altri, matrimoni e funerali, i ricchi e i poveri, le nostre vie e i nostri giardini” , il desiderio  di salvare queste memorie e regalarle al  marito: “E mi sono ricordata che tu, amico mio devoto, spesso, con grande tenerezza, mi chiedevi di raccontarti la mia vita, del tempo in cui ancora non mi conoscevi.  Così scrivo per te”.

Con lei bambina, entriamo nella sua grande casa, nella sua numerosa famiglia con sei fratelli maschi, nella cucina in cui Chaja la cuoca impasta, frigge, inforna senza sosta, quindi nel cortile e nel negozio di gioielli dei genitori, dove vengono a fare acquisti le signore della buona società. Ci racconta le luci e le preghiere dello Shabbat e le festività, i giochi nella neve con i fratelli, le passeggiate con il padre, i colori delle stagioni  e  ogni gesto, anche il più banale, ha una singolare eco emotiva. Quando Sasha, la ragazza che aiuta in cucina, spazza la sala da pranzo ”con le briciole si porta via le ultime voci udite nella stanza. La sala da pranzo si raffredda”.

Ci  sono momenti indimenticabili, come la sera di Pasqua in cui Bella  ha il cuore stretto in una morsa  “perché, sola con mamma, andrò incontro al profeta Elia e perché saremo noi ad aprirgli  la porta” e lo attende, nel buio, sulla soglia. E ci sono ritratti di personaggi tanto veri che ci sembra di averli incontrati: il maestro povero, gli zii, la bella, giovane signora che sceglie le perle più luminose.

Un giorno, poco più che bambina, Bella incontra il ragazzo pittore che “non assomiglia né agli amici dei fratelli, né a nessun altro” e “ha occhi stranieri, non come quelli di tutti, lunghi, a mandorla”  ed è l’inizio di un grande, unico amore, che sarà da lui raccontato  in tanti  quadri e disegni indimenticabili  .

Il mondo ebraico Hassidicco di Vitebsk, tragicamente cancellato, è stato rievocato in modo favolistico e visionario da Chagall, ma la dimensione quotidiana, i suoni,  i colori di quel  mondo sono arrivati a noi e ci sembrano quasi familiari, perché Bella ha voluto  “strappare  a queste tenebre un giorno, un’ora, un istante della casa svanita.”





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