L'editrice Memori presenta "Ciao vi dirò".
Un pezzo della storia d'Italia, la storia di una vita in cui tutti, tra le righe, finiamo per riconoscerci.
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"Come ci sono finita qui, a scappare davanti agli idranti della polizia, con la Celere che carica. E c’è un tizio che mi tiene per mano. Un tizio che non conosco.
Come aveva fatto a finire lì? Eppure la sua storia la conosceva benissimo con tutti quei quaderni che aveva riempito. Cominciò a scrivere quando Cesarina le chiese se si ricordava il Lupo e l’Albertina che faceva la staffetta.
E lei aveva avuta paura di dimenticare. Dimenticare anche l’uomo con la verruca e quello con il fazzoletto al collo e sua moglie con il rosario. E poi c’erano le storie.
E se non le scriveva lei, quelle storie sarebbero andate perdute. Storie belle: la storia del matto del Sasso e quella del direttore d’orchestra che aveva sfidato i fascisti e quell’altra del ragazzino ferito e quella del diavolo e dell’acqua solfanina.
La mamma le aveva comprato quel bel quaderno a righe con la copertina nera e con la riga rossa che segnava il bordo della scrittura.
E lei aveva scritto e scritto e scritto. Aveva sette anni allora e la zia Elide voleva correggere gli errori, mettere a posto l’italiano ma lei aveva detto di no, che le piaceva così".